lunedì 28 febbraio 2011

Il fondamentale ruolo dei giovani arabi in rivolta

“Hanno un compito decisivo per il futuro del mondo”. Cosi oggi sul Corriere della SeraFrancesco Alberoni , in riferimento al ruolo  dei giovani arabi, ruolo cerniera tra europa e paesi arabi. Condivido pienamente ed  in un mio  post di qualche giorno fà già mi ero già soffermato sull’argomento e più precisamente avevo scritto, in riferimento alle preoccupazioni  sul futuro dei paesi in rivolta,  “ciò che prevarrà sarà il senso di libertà delle  nuove generazioni e la loro capacità di connessione con i sistemi democratici di stampo liberale. Lo Stato di Diritto e la democrazia sono la naturale aspirazione dei popoli in rivolta”. Oggi Alberoni entro nello specifico con un analisi che come detto condivido pienamente. Infatti egli afferma:” in tutto il bacino del Mediterraneo una popolazione giovane e scolarizzata è scesa nelle piazze per cacciare i vecchi tiranni e per instaurare un regime democratico” continua  scrivendo “ Vedendo queste masse di giovani con cellulare e Internet sembra che basti un passo per arrivare alla democrazia intesa come uguaglianza di tutti davanti alla legge, libertà di parola e di culto, separazione dello Stato dalla religione, dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, elezioni in cui il vincitore non perseguita lo sconfitto e questo può rivalersi la volta successiva.
Questo il difficile compito dei giovani arabi. Essi devono fare tesoro delle lezioni che la  storia gli offre. Alle nascita di una democrazia il solo entusiasmo non basta.  La volontà del popolo e l’ordinamento costituzionale può non essere bastevole. Nelle rivoluzioni, diciamo “occidentali”, ma anche in quelle medio orientali abbiamo visto nascere istituzioni democratiche su iniziative ideali lodevoli trasformarsi in tirannie   e capi carismatici a loro volta  trasformarsi in despoti crudeli. I giovani arabi devono prestare attenzione al processo costituzionale del proprio Paese, quello della redazione di regole rigide nella carta fondamentale è un momento importantissimo per la futura democrazia.
E’ questa una condizione necessaria ma non sufficiente. Infatti , come dice lo stesso Alberoni, “la democrazia è essenzialmente un’abitudine. Essa richiede che il vincitore impari a lasciare il potere al concorrente, e questo avviene solo se non rischia di essere ucciso o gettato in galera. Ci sono voluti secoli in Francia, Germania, Italia e Spagna per imparare queste regole, ed è solo da poco che le hanno apprese anche i Paesi dell’Est europeo e in Sudamerica.” E’ questo , a mio avviso, il fondamentale ruolo dei giovani arabi in rivolta, essere protagonisti di questa transizione democratica, ed il compito non  è affatto facile in quanto provengono da culture e tradizioni che poco hanno a che fare con la “democrazia“.
Se falliscono la zona eruomediterranea può entrare in una fase di instabilità pericolosa per tutti i popoli dell’area, se al contrario riescono nel difficile compito di mutare gli ordinamenti  verso lo “Stato di Diritto”,  allora non solo l’area euromediterranea ma l’intero mondo ne avrà enormi benefici ad iniziare dalla pace e dal progresso economico-sociale. Ciò che mi fa ben sperare riguarda il fatto che la “democrazia” è nata in Grecia e quindi molto più vicina ai paesi arabi di quanto si possa pensare , almeno da un punto di vista geografico.